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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Bin Jip - FERRO 3 (La casa vuota)   
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Autore Bin Jip - FERRO 3 (La casa vuota)
Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 30-04-2005 17:43  
quote:
In data 2005-04-30 17:23, millio scrive:
jeon ji-hyeon,


non costringermi a tirar fuori Gillian Chung che poi andiamo trooooppo off-topic!
_________________
perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.

[anthares]

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 30-04-2005 17:50  
quote:
In data 2005-04-30 17:43, Hawke84 scrive:
quote:
In data 2005-04-30 17:23, millio scrive:
jeon ji-hyeon,


non costringermi a tirar fuori Gillian Chung che poi andiamo trooooppo off-topic!



Hai ragione..
Però tutte e due meritano questa piccola intrusione nel topic...

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Luke71

Reg.: 06 Ago 2003
Messaggi: 3997
Da: pavia (PV)
Inviato: 30-04-2005 17:55  
quote:
In data 2005-04-30 17:50, millio scrive:
quote:
In data 2005-04-30 17:43, Hawke84 scrive:
quote:
In data 2005-04-30 17:23, millio scrive:
jeon ji-hyeon,


non costringermi a tirar fuori Gillian Chung che poi andiamo trooooppo off-topic!



Hai ragione..
Però tutte e due meritano questa piccola intrusione nel topic...



Qui concordo!
_________________
No hay banda,non c'è una banda
è tutto..tutto registrato
No hay banda...eppure
Noi sentiamo una banda

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 01-05-2005 11:47  
Il mio discorso tendeva però non nel definire "non-cinema" l'approccio di Kim, nè tantomeno nel voler definire Ferro 3 un opera non-cinematografica. Sostengo, volando molto più basso e molto più semplicemente, che proprio per il fatto di costruirsi come semplice e pura metafora, strutturalmente e visivamente, rende Ferro 3 in un certo senso "povero" a livello di messa in scena e phatos cinematografico. Poi ovvio che è una mi opinione, lungi da me bollare un film comunque apprezzabilissimo come opera non-cinematografica. Anche perchè non avrebbe senso
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 01-05-2005 14:08  
quote:
In data 2005-05-01 11:47, Petrus scrive:
Il mio discorso tendeva però non nel definire "non-cinema" l'approccio di Kim, nè tantomeno nel voler definire Ferro 3 un opera non-cinematografica. Sostengo, volando molto più basso e molto più semplicemente, che proprio per il fatto di costruirsi come semplice e pura metafora, strutturalmente e visivamente, rende Ferro 3 in un certo senso "povero" a livello di messa in scena e phatos cinematografico. Poi ovvio che è una mi opinione, lungi da me bollare un film comunque apprezzabilissimo come opera non-cinematografica. Anche perchè non avrebbe senso



a parte il fatto che concordo con la tua analisi in parte, ma poi io mi sono riagganciata alle considerazioni fatte da hawke. se rileggi il suo post noi diciamo le stesse cose, solo che lui proprio per quegliaspetti trova kim ki duk geniale, io invece non lo sopporto. tutto qua.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 02-05-2005 14:50  

mah, a me le critiche negative basate su un ipotetico "linguaggio filmico naturale" non mi hanno mai convinto, anzi mi irritano parecchio.

Credo che ci sia un po' un equivoco. Cinema più metaforico che narrativo, più statico che dinamico, più visione che messa in scena: uguale non cinema (o un po' meno cinema).
Ma in realtà che la 'filmicità' si identifichi con una predominanza di narrazione e messa in scena è un assunzione tutta da dimostrare. I festival cinematografici sono strapieni di film aerei, rarefatti, con scarsi dialoghi e poca azione. E non sono solo asiatici.

Per altro io non amo questo genere di film, che io identifico come genere da festival. Mi piacciono le sceneggiature forti, i film narrativi, il cinema classico americano. Ma Ferro 3 l'ho amato, e ora che ho visto alcuni dei Ki-duk precedenti capisco tanto più perchè.
Perchè a questo livello di astrazione, di purezza formale ci è arrivato, è qualcosa che ha conquistato, attraverso l'eccesso, la violenza, secondo un autentico processo di sublimazione. Insomma, è tutto fuorchè maniera, tutto fuorchè un gusto della lentezza e della rarefazione fini a se stessi, come i (pochi) detrattori hanno spesso accusato. Parlo in generale, non certo dell'intervento di Petrus, che ha scritto anche cose giuste.

Il discorso sul postmoderno invece non l'ho capito proprio. Comunque, più che alla pittura direi che, con il suo linguaggio metaforico, con i suoi correlativi oggettivi, Ki-Duk si avvicina di più alla poesia.

_________________
La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 02-05-2005 15:08  
quote:
In data 2005-04-30 14:28, Ayrtonit scrive:
si ferro 3 è un IBRIDO tra cinema e video arte. ora, io credo che il cinema sia cinema e tale debba rimanere, l arte contemporanea ha subito una contaminazione fra generi e una mescolanza caotica. non esiste in pratica più la pittura o la scultura, ma si fa a gara a REINVENTARE il più possibile. non credo che il cinema debba subire nessuna contaminazione, ha le sue peculiarità strutturali le sue forze i suoi linguaggi.
che kim ki duk provenga dalla pittura è palese in ferro3 (che a me, come ho già scritto, sembra più un dipinto che un film).
e a mio avviso il film ne risente nella troppa esaltazione della perfezione estetica nella forma più che nella dinamicità.
infine tu definisci il suo cinema "nuova arte post moderna" . che , in quanto tale, non è cinema. non è più SOLO cinema.
il cinema a mio avviso non ha bisogno, per rinverdire le proprie fronde, di prendere a prestito nessun linguaggio artistico diverso dai propri.



Mah. Secondo me tutte le arti e i sottogeneri hanno bisogno di ibridarsi con elementi esterni, è la logica dell'evoluzione. Il rock ha avuto bisogno del blues, così come il fumetto del cinema. Certo, ci sono accoppiamenti più o meno giudiziosi, ma la tua frase ha una perentorietà assai discutibile. Fin dalla sua nascita il cinema non ha fatto che cannibalizzare altri linguaggi, dalla letteratura al teatro al music-hall all'arte figurativa. E non ha mai smesso, e adesso ruba ai serial e ai videogiochi. Qualsiasi richiamo a una purezza assoluta di tipo 'etnico' è privo di consapevolezza e memoria storica.

quanto a Ferro 3 come esaltazione dell'estetica pura, beh, suona strano da una fan sfegatata di Hero, un tripudio di immagini iper-curate e lavorate quanto insignificanti. Non per uscire dal seminato, ma non c'è un'immagine di Hero che per me valga la pena di portarsi dietro nella vita di tutti i giorni, non ce ne una che mi comunichi un'idea o un sentimento necessario. Mentre di quei due ragazzi che si amano negli interstizi lasciati vuoti e inosservati da una società violenta e meschina (l'idea stessa è meravigliosa), ne ho bisogno eccome, la mia percezione del mondo ne è ampliata, rinnovata.

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La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 08-08-2005 01:39  
Forse la qualità più grande di Ferro 3 è proprio la sua essenzialità, il suo dire e raccontare poco, in modo che ognuno di noi possa proiettare sullo schermo i propri desideri, le proprie emozioni, le proprie sensazioni.
A partire da un'idea contenuta già in "Following" di Nolan, quella dell'entrare in contatto, conoscere l'altro attraverso gli oggetti e l'altrui spazio vissuto, Kim Ki-Duk costruisce un'operina profonda, fragile e densa al tempo stesso.
Una storia molto delicata ma nello stesso tempo segnata da un senso di violenza già a partire dai titoli di testa. Una violenza che forse simboleggia quella insita nelle relazioni umane. Relazioni umane che il protagonista sembra rifuggire in forma diretta, limitando come detto il contatto con gli altri all'abitudine di vivere nelle altri case in assenza dei legittimi abitanti. Fino a quando un evento imprevisto non lo costringerà ad entrare in contatto diretto con un'altra vita, che egli coinvolgerà nella propria bizzarra routine. Ma da quel momento diverrà sempre più difficile essere invisibile, essere pervenuto all'esistenza si rivelerà per il ragazzo un'implacabile condanna.
La vocazione a sparire nel finale sarà finalmente realizzata, riuscendo finalmente ad esistere solo per la persona amata.


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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 20-12-2005 12:59  
Sì...l'essenzialità...

Ho letto i primi messaggi di questo discorso e sono contento, contento che lo stesso effetto che ho avuto non sia stato solo soggettivo.
Non ho mai visto un film così intenso con...niente, perchè in fondo la trama qual'è? non vi è nulla di sostanziale a livello cerebrale da ricostruire dentro di me, ma l'essenza è come se avesse saltato gli argini della mente, a distanza di giorni ogni volta che ci penso mi vengono i brividi,la profondità del tocco del regista è emozionante, anzi, le scene stesse sono emozioni, non c'è altro.

Il verde ricorrente, il rosso del primo bacio, le case vuote venivano riempite di vita e cura, così come noi siamo una casa a cui dobbiamo schiudere le porte per lasciar filtrare l'essenza...

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Schizo

Reg.: 16 Ott 2001
Messaggi: 1264
Da: Aosta (AO)
Inviato: 25-12-2005 14:59  
Una mazza da golf un po’ diversa dalle altre, qualcosa di speciale che non riesce a trovare il suo contesto. Riempire le case vuote (e le esistenze vuote) con la propria solitudine.
Ki-Duk Kim (Primavera, Estate, Autunni, Inverno e ancora Primavera) riesce a creare ancora un film davvero straordinario, reggendolo sui silenzi, sulle cose non dette, sulle emozioni appena accennate, sulle immagini dai colori accesi (bellissima fotografia) che hanno l’impatto visivo di quadri che emanano calore. Rosso, rosso fuoco, calore. La sorpresa maggiore è che passi 90 minuti a bocca aperta, senza mai uno sbadiglio, senza mai una caduta di tensione.
Qualcuno ha scomodato Antonioni ma, nonostante una palese citazione di Blow Up , (quando il protagonista si trova chiuso in cella con altri compagni, mima una partita di golf invisibile con rissa finale per una pallina che non c’è, che richiama il finale di Blow Up con partita a tennis mimata e dubbio amletico se raccogliere una palla da tennis che non esiste) c’è una distanza abissale tra i due autori. Pur partendo da basi comuni (l’irrapresentabilità della realtà, l’uso narrativo dell’immagine, i silenzi e le pause come motivo dominante) i due autori divergono proprio nel tono e nelle conclusioni. Tanto comunicativo e passionale il coreano, rosso sangue quanto freddo e algido il ferarese, al limite del nichilismo. Tanto leggero il primo (la bilancia segna 0, l’amore vince la forza di gravità), tanto pesante il secondo, schiacciato come Sisifo da un peso insostenibile, quello di esistere. Il protagonista di Ki-Duk Kim mostra una catarsi interiore e un lento aprirsi della sua monade al prossimo proprio nel momento in cui interviene nella realtà per modificarla. Non si perde in elucubrazioni cerebrali o cinici esercizi di stile. Non si arrende all’incomunicabilità tra gli esseri umani ma la aggira con la solidarietà e la pietas (stupendo l’impacchettamento del morto, solo chi rispetta i morti ha rispetto per la vita). La forza di Ki-Duk Kim sta nella lezione di volo (fantastica la sequenza delle prove di fuga in cella): per imparare a volare bisogna imparare ad essere come morto, imparare a rendersi invisibile e guardare tutto di nascosto, come se fosse la prima volta, con gli occhi di un bambino che continua a giocare a nascondino. L’amore è anche questo convivere con l’assenza, colpire per finta una palla da golf come se fosse l’ultima volta. L’amore ha questa consistenza di sogno, dove tutto è possibile, anche quello che non lo è. Voltati, è proprio lì dietro le tue spalle…

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 25-12-2005 15:49  
quote:
In data 2005-05-02 15:08, vietcong scrive:
quote:
In data 2005-04-30 14:28, Ayrtonit scrive:
si ferro 3 è un IBRIDO tra cinema e video arte. ora, io credo che il cinema sia cinema e tale debba rimanere, l arte contemporanea ha subito una contaminazione fra generi e una mescolanza caotica. non esiste in pratica più la pittura o la scultura, ma si fa a gara a REINVENTARE il più possibile. non credo che il cinema debba subire nessuna contaminazione, ha le sue peculiarità strutturali le sue forze i suoi linguaggi.
che kim ki duk provenga dalla pittura è palese in ferro3 (che a me, come ho già scritto, sembra più un dipinto che un film).
e a mio avviso il film ne risente nella troppa esaltazione della perfezione estetica nella forma più che nella dinamicità.
infine tu definisci il suo cinema "nuova arte post moderna" . che , in quanto tale, non è cinema. non è più SOLO cinema.
il cinema a mio avviso non ha bisogno, per rinverdire le proprie fronde, di prendere a prestito nessun linguaggio artistico diverso dai propri.



Mah. Secondo me tutte le arti e i sottogeneri hanno bisogno di ibridarsi con elementi esterni, è la logica dell'evoluzione. Il rock ha avuto bisogno del blues, così come il fumetto del cinema. Certo, ci sono accoppiamenti più o meno giudiziosi, ma la tua frase ha una perentorietà assai discutibile. Fin dalla sua nascita il cinema non ha fatto che cannibalizzare altri linguaggi, dalla letteratura al teatro al music-hall all'arte figurativa. E non ha mai smesso, e adesso ruba ai serial e ai videogiochi. Qualsiasi richiamo a una purezza assoluta di tipo 'etnico' è privo di consapevolezza e memoria storica.

quanto a Ferro 3 come esaltazione dell'estetica pura, beh, suona strano da una fan sfegatata di Hero, un tripudio di immagini iper-curate e lavorate quanto insignificanti. Non per uscire dal seminato, ma non c'è un'immagine di Hero che per me valga la pena di portarsi dietro nella vita di tutti i giorni, non ce ne una che mi comunichi un'idea o un sentimento necessario. Mentre di quei due ragazzi che si amano negli interstizi lasciati vuoti e inosservati da una società violenta e meschina (l'idea stessa è meravigliosa), ne ho bisogno eccome, la mia percezione del mondo ne è ampliata, rinnovata.





Questo commento me lo ero perso...
Nulla di più vero il pensiero espresso da Vietcong.
Tra l'altro il discorso fatto da Ayrtonit era limitato e improduttivo (e pure contraddittorio), tanto da non meritarsi una risposta di tal portata, è stata fortunata.

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sandrix81

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Inviato: 25-12-2005 16:38  
beato chi ha il dvd e se lo può rivedere...
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 25-12-2005 16:40  
quote:
In data 2005-12-25 16:38, sandrix81 scrive:
beato chi ha il dvd e se lo può rivedere...




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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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cosTruman


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Inviato: 25-12-2005 16:43  
quote:
In data 2005-12-25 16:40, Marienbad scrive:
quote:
In data 2005-12-25 16:38, sandrix81 scrive:
beato chi ha il dvd e se lo può rivedere...








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- In giro dicono che sei lesbica
- solo perchè amo una donna?
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- se lesbica vuol dire libera allora vai a dire a tutti che è la verità

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 25-12-2005 16:47  
sono curioso di vedere che faccina metterà lunatika
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